United World Project

Workshop

Costruire legami a passo di danza

 
3 Ottobre 2017   |   , ,
 

Nel 2011, Mariangela ha 26 anni, una laurea in lingue in tasca e un sogno nel cuore: fare della sua più grande passione, la danza, uno strumento per favorire il dialogo fra le diverse culture presenti nella sua città: Catania. Questa è la sua storia.

Catania è un luogo sempre più multiculturale, dove tuttavia il cammino verso l’integrazione sembra lungo e difficile. Così, pensando al veicolo privilegiato di comunicazione che è la danza, che studia fin da bambina, Mariangela inizia a coltivare l’idea di creare una compagnia con ragazzi provenienti da diverse parti del mondo. Con il sostegno della Caritas Diocesana, che offre un locale per le audizioni e le prime lezioni, inizia l’avventura della Compagnia Multietnica DanzaMIR. Un nome che è soprattutto un programma: in russo, infatti, la parola “mir” significa, allo stesso tempo, mondo e pace.

Negli anni, la compagnia ha accolto giovani di diverse età provenienti da Sri Lanka, India, Slovacchia, Eritrea, Egitto, Turchia e Italia. Nessuno di loro è ballerino di professione, ma tutti hanno un desiderio comune: condividere il proprio mondo interiore, culturale ed artistico con quello dell’altro, e integrare queste ricchezze in uno stile di danza “contaminato” da ritmi e movimenti tipici di ciascun Paese.

L’obiettivo di Mariangela, infatti, è quello di far vivere ai ragazzi, attraverso la danza, un’esperienza di fraternità, valorizzando l’identità culturale di ciascuno. “Credo fortemente, perché l’ho sperimentato nella mia vita” – spiega – “quanto la danza sia benefica non solo per la crescita personale psicofisica, bensì anche perché favorisce e genera relazioni. Fin dalle origini l’uomo ha scandito i momenti più importanti della sua vita, come individuo e come collettività, danzando”.

Un tema, quello dell’integrazione e della conoscenza dell’altro, che la compagnia non solo incarna, ma porta con sé sul palcoscenico nei suoi tre spettacoli: “Il ritmo del mondo”, che ha come motivo centrale proprio la relazione, “Nadir”, che propone una riflessione sulla ricchezza e l’armonia nella diversità attraverso la metafora dell’arcobaleno, e “Dancing the Jungle Book”, spettacolo dal forte impatto scenico ed emotivo ispirato ai racconti senza tempo di Rudyard Kipling.

“In fin dei conti, il contributo che ho apportato all’integrazione degli stranieri a Catania è minuscolo”, dice Mariangela, “ma almeno tutti i ragazzi della compagnia, quelli che sono solo passati e quelli che invece sono rimasti, hanno vissuto una bella esperienza, e chi è partito rimane in contatto con noi”.

Come un ragazzo egiziano, che dopo due anni di studi in Italia è tornato nel suo Paese, ma spesso scrive chiedendo notizie della “famiglia MIR”. E come Shaman, giovane dello Sri Lanka e tra i primi membri della compagnia che, dopo essere tornato nel suo Paese per sposarsi, oggi vive di nuovo a Catania, proprio vicino casa di Mariangela.

Arrivato nella compagnia per caso, su invito di un amico che poi è partito, ne è diventato uno dei membri più assidui, e, soprattutto, è diventato il protagonista di una grande amicizia fra due famiglie.

“Con il tempo, la mia famiglia è diventata un punto di riferimento per la sua”, racconta Mariangela, “oggi siamo molto uniti e la sua bambina di un anno, Lorena, è diventata la prima amica di mia figlia Anna, di cinque mesi”.

Appassionato di canto e danza fin da quando viveva in Sri Lanka, Shaman non manca mai una prova, nonostante il suo lavoro qui sia molto impegnativo e faticoso. Mariangela, invece, che negli ultimi mesi ha messo da parte le scarpette per dedicarsi a tempo pieno alla figlia, conta di tornare prestissimo alla compagnia per dare inizio ad un nuovo anno di attività.

Lo spettacolo continua.


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