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Guatemala: Elezioni alle porte

 
8 Settembre 2015   |   , ,
 

In coincidenza con questi avvenimenti, Raúl e Cecilia Di Lascio, argentini, hanno incontrato la comunità dei Focolari lo scorso 22-23 agosto. Architetto e imprenditore dell’Economia di Comunione il primo, membro della commissione internazionale del Movimento Politico per l’Unità, la seconda. Con loro si sono approfonditi i grandi temi dell’economia e della politica alla luce del carisma dell’unità.

Incontrarsi durante questa effervescenza sociale inedita, ha fatto sì che i momenti di scambio tra cittadini di ogni età sui temi della politica fossero un’occasione di apertura a questo ambiente, generalmente mal visto. È venuta in evidenza la visione di Chiara Lubich quando ha fondato il Movimento Politico per l’Unità: i grandi valori che l’agire politico manifesta quando si vive come servizio e dediti al bene comune. Sia ricoprendo un incarico politico che nell’agire quotidiano del singolo cittadino. Guardare alla politica dall’ottica della fraternità, che libera atteggiamenti coraggiosi e impegnati nelle relazioni sociali, ha riempito di speranza i partecipanti, sostanziata dallo scambio di esperienze che sono in corso in varie parti del mondo.

Nei giorni successivi la società guatemalteca si è auto convocata in nuove proteste di massa. Si chiedeva la rinuncia del Presidente – sollecitata anche dalla chiesa cattolica e dalle varie chiese cristiane – dopo i legami emersi con la corruzione.

Molte imprese, scuole, università hanno fermato le attività per favorire la partecipazione, e così anche il Centro Mariapoli e il Collegio Fiore. La concentrazione della gente nel “Parque Central” de Guatemala è stata massiccia: più di 100mila persone si sono radunate nell’arco della giornata. «Si sente che nel cuore del Guatemala c’è un vuoto che non è stato riempito. Dobbiamo unirci perché avvenga un cambiamento», dice Willy.

Si apprezza che tanta gente riesca a manifestare in forma pacifica: «Il bello è che anche le ditte hanno chiuso per permettere alla gente di partecipare – spiega Saturnino -. Come guatemalteco vibravo quando si gridava “Guatemala, Guatemala” o si cantava l’inno nazionale». «Mi è sembrato di vedere una nuova coscienza di responsabilità – assicura la maestra Lina -. Non vogliamo lasciar passare l’opportunità di cambiare le cose, sapendo che questa volta è possibile».

Per molti è stato incoraggiante vedere famiglie intere che non hanno avuto paura di portare i bambini. «Famiglie, ricchi insieme a poveri – commenta Sandra – popolazione indigena, giovani insieme ad adulti e bambini, studenti disposti a superare la violenza per raggiungere l’obiettivo comune!». Sì, quell’obiettivo che Alex definisce “un Paese migliore”.

È notizia dell’ ultima ora che il Presidente della Repubblica ha perso l’immunità, si è dimesso “per il bene della società”, e si trova ora in arresto. Il 6 settembre i cittadini saranno chiamati alle urne e tutto fa supporre che questo passaggio avverrà in modo pacifico e democratico.

Di Filippo Casabianca, Città di GuatemalaFonte: focolare.org


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