United World Project

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Il sogno di Margherita

 
8 Gennaio 2019   |   Italia, Artigianato, Y4UW
 

«Quando spiego che lavoro faccio, la maggior parte delle volte, la gente rimane a bocca aperta. Io stessa, fino a circa sei anni fa, ignoravo che potesse ancora esistere un mestiere così…» racconta Margherita, 26 anni, cresciuta tra Italia e Germania. Margherita ha scritto al United World Project perché ha un sogno: quello di usare la sua arte per aiutare gli altri. Qual è il mestiere di Margherita? Cominciamo dall’inizio.

«La mia passione è nata mentre frequentavo le scuole superiori. In quel periodo, ho trascorso dieci mesi a Chennai, nel Sud dell’India. Poi, mi sono mossa ancora più ad oriente, verso la “terra del calmo mattino”, come viene definita la Corea: ho studiato i primi due anni coreanistica a Venezia e il terzo a Seoul. Lì, durante le vacanze invernali, ho visitato un ceramista, col desiderio di fare un periodo di praticantato. Sono state tre settimane incredibili, di scoperta di un’arte e di me stessa, dei miei sogni, quelli che non avevo mai osato affrontare apertamente: diventare un’artista della ceramica, un maestro vasaio».

Il periodo che Margherita trascorre con l’artista coreano le lascia un nuovo senso dell’estetica, nuove armonie di forme e colori. Così, decide di frequentare la “Keramikschule”, una scuola professionale di ceramica di tre anni che si trova a Landshut, capoluogo della Bassa Baviera.

«Fu così che, alquanto inaspettatamente, mi ritrovai con le mani sporche di terra e la mente impegnata a meditare sull’umiltà dell’artigiano, che esercita un mestiere a stretto contatto con i quattro elementi della natura: l’acqua, l’aria, il fuoco e la terra, appunto. Mi piaceva indugiare, in particolare, su due immagini: quella di Giuseppe, semplice ed umile falegname con suo figlio Gesù; e quella del barcaiolo, donatami dal racconto “Siddharta”, di Herman Hesse, che umilmente e serenamente vive il suo destino, a stretto contatto con il fiume» ricorda Margherita, che però, da parte sua, così serena non era. «Ero combattuta, certo, provavo un grande entusiasmo! Ma vivevo anche una specie di lotta interiore, tra l’”io” che voleva apprendere un mestiere tra i più antichi del pianeta, umilmente, con l’idea di poterne fare uso in un qualsiasi Paese del mondo, e l’”io” che mal sopportava la fatica e gli abiti sporchi, che avrebbe preferito frequentare gli ambienti accademici o sposare un lavoro più confortevole e “elevato” di quello di bottega».

Alla fine, vince la passione per la ceramica e Margherita trova quel giusto connubio che stava cercando, tra artigianato e arte, tra la produzione e la creazione.

«Ora sento di voler aiutare gli altri col mio mestiere. Talvolta sogno in grande: un centro, una scuola dove essere creativi, dove apprendere un mestiere, dove poter lavorare, dove vendere, dove poter accogliere e dialogare. Un laboratorio, ma anche un negozio-caffè, un luogo d’incontro. In India, ho visto la realtà dei bambini di strada ma anche da noi, in Europa, ci sono contesti in cui potrei agire. Forse, cerco solamente un modo per poter mettere in comunione, per donare, ciò che ho imparato… ma sarei contenta di condividere con altri giovani e meno giovani questo talento. Mi potete aiutare?».

Ecco, il suo sogno Margherita lo mette a disposizione. Amici del United World Project, volete aiutare a realizzarlo? Scriveteci con proposte e idee alla mail della redazione: mediaoffice@unitedworldproject.org.

Con l’argilla si può offrire un approccio ludico ma anche terapeutico (la creatività ed il contatto con la materia, la possibilità di creare, offrono tanti spunti!). Poi, c’è la possibilità di approfondire ed imparare un mestiere, quello del vasaio-ceramista. Spero di avere presto vostri consigli, opinioni, suggerimenti e proposte, che mi dicano: ehi, guarda, quella realtà là sta cercando proprio qualcuno come te!

Margherita

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