United World Project

Workshop

Pace in Medio Oriente

 
20 Agosto 2014   |   , ,
 

 

Ultimamente l’avanzata di una milizia di estremisti nel nord Iraq sta seminando il terrore fra appartenenti a religioni diverse, costringendoli a vivere da sfollati nel proprio Paese. Tra questi più di centomila cristiani, da quasi 2000 anni radicati in questa terra, sono stati obbligati a lasciare le proprie case, in mezzo alla notte. Una vera catastrofe! Si aggiunge poi la distruzione deliberata del loro patrimonio religioso e culturale, che è anche patrimonio dell’intera umanità.

Noi siamo impegnati a fare il possibile per alleviare la sofferenza di quelle persone (tante le conosciamo personalmente) anzitutto pregando per loro ma anche raccogliendo fondi per sopperire alle loro necessità più urgenti e aprendo le nostre case per accoglierli se fosse necessario. Allo stesso tempo esortiamo la comunità internazionale ad adoperarsi immediatamente per far sì che queste comunità prese di mira in Iraq possano tornare alle proprie case al più presto!

Condanniamo ogni atto di violenza contro la persona umana! Condanniamo la produzione e la vendita smisurata di armi da guerra, qualsiasi sia l’istituzione che le finanzia, così come tutti coloro che le mettono in mano a gruppi terroristici e sovversivi!

Vogliamo sottolineare, soprattutto per gli avvenimenti in Iraq, che chi compie questi atti abominevoli non ha religione e, se dichiara di averla, non fa altro che sovvertirla. Infatti l’essenza della religione è proprio l’incontro tra Dio, l’uomo e l’intero creato.

Siamo stanchi che la religione venga strumentalizzata allo scopo di dividere l’umanità e per fomentare lo scontro. Siamo indignati con chi – gruppi, persone o Stati – abbiano piani e strategie per dividerci e creare dei ghetti separati in luoghi dove da centinaia di anni si vive fianco a fianco.

Siamo consapevoli che il dialogo tra appartenenti alle comunità cristiane e musulmane non è sempre facile; vogliamo però ricordare che da tempo si stanno facendo sforzi notevoli per colmare le incomprensioni con uno spirito di rispetto reciproco, sapendo che l’unico Dio ha suscitato strade diverse che convergono nella stessa direzione: la misericordia, l’amore, la compassione, e tutte le virtù che Lui solo possiede in pienezza. Lui ci ha creati a Sua immagine per viverle fra noi in armonia perciò vogliamo seguire i Suoi insegnamenti per costruire le nostre società sulla base del pluralismo dove viene rispettato il diritto di ogni cittadino o comunità di professare la propria fede senza costrizione.

La Giordania ha una lunga storia di buona convivenza tra cristiani e musulmani e l’ultima visita di Papa Francesco, invitato dal nostro amato Re Abdallah Ibn Al-Hussein, l’ha ancora di più rinforzata con un grande impulso a lavorare insieme, più intensamente, per il bene della società.

Vogliamo anche noi, Focolari di Giordania, confermare il nostro impegno a lavorare fianco a fianco per costruire una società pacifica e armoniosa, nella difesa della dignità di ogni essere umano – a prescindere della convinzione religiosa, dall’etnia, dalle tradizioni – e continuare con più sollecitudine la realizzazione di azioni concrete per promuovere insieme la pace, la fratellanza e la salvaguardia della natura. Siamo certi che agendo cosi possiamo suscitare il bene e sostenerlo e allargarlo dove è già presente. Siamo fiduciosi e sicuri che il male non potrà mai avere l’ultima parola. La fede in Dio ce lo garantisce così come il saldo rapporto tra noi”.

Amman, 13 Agosto 2014.

 


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