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Workshop

Il riscatto degli ultimi nel rispetto della natura

 
31 Gennaio 2014   |   , ,
 

Ci troviamo nella municipalità di Branquinha, Stato di Alagoas. Qui, una ricerca scientifica iniziata nel 1998 aveva individuato nel territorio di Zumbi dos Palmares la comunità con gli indicatori di povertà più elevati di tutto il Brasile. Nel 2011 in questo ex latifondo è nata un’esperienza pilota volta ad avviare un endogeno processo di creazione di impiego e reddito, soprattutto per i giovani. L’iniziativa faceva leva sulla formazione dell’uomo come essere solidale e fraterno, potenziando gli sforzi collettivi per trasformare la realtà a vantaggio di tutti: il progetto “Azione di sviluppo locale nella Comunità di Zumbi dos Palmares nella prospettiva della comunione”.

Ne è promotore l’“Instituto por un Mundo Unido” (Imu), nato a Maceió per iniziativa di aderenti locali al Movimento dei Focolari, che agisce in stretta collaborazione con l’associazione Azione per un Mondo Unito (Amu) e con l’Economia di Comunione. Venti persone della comunità di Branquinha, in maggioranza donne, impegnate direttamente e beneficiarie delle attività previste dal progetto, hanno recentemente costituito l’“Associação Aproagro”: tutti fortemente motivati nel mettere in atto i valori dell’EdC nel contesto produttivo locale, e a diffonderli nelle comunità vicine.

Quando anni fa i volontari dell’Imu presentarono l’idea dell’EdC nel territorio di Zumbi dos Palmares, l’adesione di questi contadini, poveri ma dignitosi, fu subito convinta e senza incertezza. Alcune famiglie decisero di impegnarsi ad operare secondo questo nuovo modo di lavorare e a far sì che la qualità dei loro prodotti rispecchiasse questo impegno. Da questo è maturata la decisione di aderire alla “agro ecologia” (niente sostanze tossiche, conservazione dei suoli, coinvolgimento famigliare e sociale dell’agricoltore). Si trattava di un modo di operare sostenuto dal ministero dell’Agricoltura e dall’università federale dell’Alagoas (Ufal), presso la quale il coordinatore di EdC Luigino Bruni era stato ospite, e in cui un gruppo di studenti di varie facoltà sta completando un lavoro di ricerca interdisciplinare presso la comunità di Branquinha.

Dopo un anno di studio con l’Amu alla ricerca del tipo di intervento più adeguato, sono stati individuati tre settori d’intervento: agricoltura, produzione dolciaria con i frutti della coltivazione, e artigianato, utilizzando fibra di legno locale. Nel frattempo veniva realizzato un percorso di formazione professionale per i futuri operatori di queste attività, e l’Imu realizzava per tutti i membri della comunità un programma di formazione sull’Economia di Comunione, con la partecipazione più ampia possibile di tutte le famiglie del territorio, coinvolte una per una con questionari e assemblee.
Contemporaneamente a questo lavoro, si procedeva alla costruzione di un piccolo edificio, per ospitare le attività produttive come “incubatore”, luogo al contempo di formazione e di produzione, attrezzandolo con i macchinari necessari. Si è passati quindi alla fase operativa che prevedeva attività di formazione e consulenza per l’avvio delle attività produttive, con il proposito, se l’esperimento avesse dato esito positivo, di procedere su dimensioni più ampie, creando un vero e proprio “polo produttivo” della comunità, gestito e animato nello spirito dell’Economia di Comunione.

Oggi l’edificio ospita le tre attività produttive previste e hanno preso avvio programmi di formazione tecnica e di accompagnamento. La capacità di rapporto dei membri dell’Imu con le autorità di Branquinha, con i tecnici governativi e con l’università Ufal ha reso possibile realizzare un intervento integrato, condiviso e partecipato. I produttori di Zumbi dos Palmares ogni settimana vendono i loro prodotti nell’università Ufal e recentemente hanno partecipato a una fiera tematica, vincendo un premio.

Fra breve la Ong “Casa digital do campo” che è impegnata a lottare contro il divario digitale interno al Brasile, interverrà per attrezzare anche questa zona rurale con la connessione Internet, un elemento importante per ampliare le capacità di formazione dei produttori e creare contatti con una comunità di potenziali estimatori e clienti.

Le “radici” poste in più di dieci anni di lavoro e impegno nel contatto e nella formazione della popolazione, andando oltre alle inevitabili difficoltà, sono oggi la migliore garanzia per il futuro. I valori dell’EdC sono ormai un patrimonio di questa comunità, tanto è vero che, accogliendo visitatori esterni, le parole come “EdC”, o “fraternità” sono mostrate come pilastri delle relazioni tra loro.

Guardando al futuro è stato approntato un piano strategico di sviluppo delle tre piccole imprese, basato in particolare sul loro accesso al mercato della città di Maceiò. Per la vendita di questi prodotti – la frutta, i dolci e i piccoli manufatti artigianali –, il punto di forza dovrà essere la loro qualità e lo spirito di chi li produce. Al riguardo si sta elaborando un marchio commerciale che riassuma questa esperienza di vita e di riscatto. Si può ben dire pertanto che è un passo in avanti per sconfiggere alle radici la marginalizzazione e l’indigenza.

Fonte: www.edc-online.org


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