United World Project

Workshop

L’educazione alla cittadinanza globale, chiave per progredire verso i Global Goals

 
22 Settembre 2020   |   Kenia, Cittadinanza Attiva, Teens for Unity
 
Di Conleth Burns

Lo NGO-UNESCO Liaison Committee (Comitato di collegamento ONG-UNESCO), lunedì 14 settembre, ha organizzato il webinar “La voce delle ONG: la cittadinanza globale per stimolare l’inclusione e la diversità”. Tra i relatori anche Fidelia e Audrey, rappresentanti di Teens4Unity, membro affiliato di New Humanity

Lunedì 14 settembre, Teens4Unity, membro affiliato di New Humanity, ha partecipato con una propria testimonianza al webinar “La voce delle ONG: la cittadinanza globale per stimolare l’inclusione e la diversità” organizzato dallo NGO-UNESCO Liaison Committee (Comitato di collegamento ONG-UNESCO).

Ha aperto il webinar Cecilia Barbieri, a capo della “Sezione Educazione alla Cittadinanza Globale e alla Pace” dell’UNESCO, sottolineando il ruolo cruciale svolto dalle organizzazioni della società civile in campo educativo e nel raggiungimento, entro il 2030, del quarto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, per una “Educazione di qualità”. Obiettivo che ha come scopo quello di “garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti”. Secondo Barbieri, l’educazione alla cittadinanza globale è diventata ancor più rilevante e necessaria durante questa pandemia.

Durante il webinar, Fidelia, responsabile di Teens4Unity in Kenya, ha condiviso il modello dei campi di lavoro “Hombre Mundo” (“Uomo Mondo” in spagnolo), che hanno come scopo quello di educare le nuove generazioni alla cittadinanza globale. La formula è semplice: un campo di lavoro internazionale di due settimane a cui partecipano adolescenti di diverse culture. Durante la prima settimana, i ragazzi vengono sfidati a superare pregiudizi e nazionalismi, e a intraprendere insieme un viaggio alla scoperta dei doni della propria e delle altrui culture. La seconda settimana, invece, ci si concentra sull’apprendimento attraverso l’azione: gli adolescenti visitano e contribuiscono a progetti consolidati nelle comunità locali, dove imparano a mettersi al servizio e a rispondere ai diversi bisogni delle comunità.

Poi, Audrey, un’adolescente keniota che ha partecipato ad uno dei campi, ha potuto raccontare le esperienze di trasformazione vissute da alcuni dei suoi coetanei. Per esempio, il campo Hombre Mundo del 2017, a Patzún, in Guatemala, ha riunito ragazzi provenienti da sei paesi dell’America Centrale, con una grande diversità culturale ed etnica. “Qui, hanno lavorato assieme ad una comunità indigena per piantare degli alberi – ha spiegato Audrey – così, hanno imparato ad apprezzare che ogni cultura ha molto da condividere”. Sempre nel 2017 – racconta Audrey – il campo che si è svolto nell’Europa dell’Est, ha contribuito a far stringere un’amicizia tra Ana, una teenager serba, e Luka, una teenager croata. Amicizia che le ha aiutate a superare il dolore e le ferite della guerra che, nel 1995, ha diviso i loro popoli e i loro Paesi, le cui cicatrici faticano a guarire ancora oggi.

Queste sono solo alcune delle molte esperienze trasformative condivise dalle centinaia di giovani che hanno partecipato a questi campi “Hombre Mundo”. Ma c’è qualcosa da imparare da queste esperienze? Possono aiutarci ad accelerare il progresso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile?

Fidelia ha spiegato che la lezione chiave dei cantieri Hombre Mundo è il metodo “testa, cuore, mani”: un’educazione basata sul conoscere (la testa), amare (il cuore)e agire (le mani). Così, i giovani sono protagonisti nello stabilire l’agenda del programma, lavorano al fianco dei facilitatoti e degli animatori come pari, hanno lo spazio per riflettere e condividere su tutti i temi. Come molte iniziative di educazione alla cittadinanza globale, l’impatto non è immediato. Non si vede immediatamente in classe o durante il workshop. L’effetto è, però, assolutamente chiaro quando gli studenti tornano nelle loro comunità e attivano il cambiamento.

Tra le altre iniziative presentate: quella della Leonard Cheshire, una ONG britannica che sostiene le persone con disabilità a livello globale; quella dell’International Council of Jewish Women (Consiglio internazionale delle donne ebree) che ha condiviso le proprie esperienze di dialogo interreligioso in Europa e in Sudafrica e la Women’s International League for Peace and Freedom (Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà ) che ha sostenuto la necessità di prospettive femministe per arricchire il concetto di cittadinanza globale.

Infine, Cecilia Barbieri ha concluso il webinar sottolineando la necessaria natura permanente dell’educazione e l’importanza di un apprendimento continuo per tutti, compresa la formazione alla cittadinanza globale.

Sono passati cinque anni da quando i leader mondiali hanno firmato l’impegno per raggiungere i Global Goals entro il 2030. Si trattava, tra l’altro, di un piano per porre fine alla povertà, combattere le disuguaglianze e contrastare il cambiamento climatico. A 10 anni dal suo termine, siamo ancora lontani dagli obiettivi stabiliti. Ora più che mai, abbiamo bisogno di progetti efficaci e dell’impegno di tutti per sbloccare il progresso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.


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