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Oltre la competizione

 
15 Gennaio 2019   |   Africa, Sport, Sports4peace
 

di Marie Florence Bamvuginyumvira.

L’impatto del programma Sports4Peace in Africa orientale, un’area tormentata dai conflitti.

La parola “pace” è  spesso sulle labbra di tutti, un’aspirazione comune alla maggior parte di noi. Secondo il dizionario, significa “uno stato di tranquillità, serenità e armonia”. Eppure è difficile da raggiungere, sia a livello mondiale che nel nostro ambiente personale.

Come possiamo essere operatori di pace? Il Mahatma Gandhi sosteneva: “Se vogliamo portare la pace nel mondo, dobbiamo iniziare con i bambini“. In un’altra occasione, dichiarò: “Devi essere tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo“.

Sports4Peace è un’iniziativa basata su questi principi lanciata da Alois Hechenberger, austriaco e studioso di educazione e sport, membro del Movimento dei Focolari, che ha conseguito un dottorato in “Leadership del Gioco e Educazione alla Pace”. Ma… Come gli è venuta quest’idea?

“Nel 2004, durante un campo estivo per giovani, in Austria, dove stavamo affrontando il problema della violenza e dell’aggressività presente in molti di loro”, ci spiega, “scoppiavano scontri anche durante le attività sportive e ludiche”. Dopo quella esperienza, Hechenberger si è confrontato con  altri educatori e con i ragazzi su come riuscire in futuro a ridurre questo comportamento belligerante tra gli adolescenti. Insieme, hanno pensato di concentrarsi sull’idea di aiutare i bambini e gli adolescenti a vivere un’esperienza positiva di famiglia e di unità.

Da allora, l’approccio educativo di “Sports4Peace” è stato sperimentato da Hechenberger in numerosi workshop in tutto il mondo. Ad agosto e settembre 2018, Sports4Peace è stato ospitato per sei settimane in Africa orientale. Circa 150 animatori e insegnanti provenienti da Burundi, Ruanda, Tanzania, Etiopia, Kenya e Sud Sudan hanno partecipato a cinque workshop. Il momento culminante di ogni workshop era il festival Sports4Peace preparato dagli animatori. In Kenya, Burundi e Sud Sudan, oltre 1.200 bambini hanno preso parte a questi eventi.

Hechenberger ha lavorato dapprima con gli insegnanti e i responsabili dei gruppi giovanili, basandosi sulla sua esperienza, cioè che i bambini imparano guardando. Gli adulti devono essere buoni modelli di comportamento, i primi a dare l’esempio nel mostrare atteggiamenti rispettosi. Devono saper bilanciare la competizione con le attività che promuovono la cooperazione, tenendo conto delle esigenze del gruppo. Se questi responsabili fanno una buona esperienza tra di loro, mettendo in pratica lo spirito di fraternità, allora saranno in grado di generarlo tra i bambini a loro affidati.

Il programma decolla

Sports4Peace utilizza l’interazione durante i giochi pensati specificatamente per questo scopo come metodo per l’apprendimento sociale. Senza bisogno di tante parole, i giocatori imparano, divertendosi, la collaborazione e la fiducia, sia attraverso semplici giochi di salto con la corda in gruppo, sia attraverso attività complesse come la “scrittura di squadra” in cui i giocatori scrivono insieme una parola con questo metodo: ognuno di loro tira, delicatamente e in silenzio, le estremità di stringhe legate a un pennarello.

Partecipando alle attività di squadra, scoprono la forza della collaborazione e capiscono dove dovrebbero migliorare. Ad esempio, i bambini un po’ prepotenti hanno imparato ad ascoltare gli altri, e quelli con una bassa autostima hanno imparato ad avere fiducia nelle proprie capacità.

Nel Sud Sudan dilaniato dalla guerra, gli incontri hanno avuto un impatto speciale. Christine Ocokoru, un’educatrice, ci ha detto: “Ho imparato a fare amicizia con i miei avversari in diversi giochi, ad essere anch’io coraggiosa e a sviluppare le mie capacità di leadership. Ho anche imparato ad avere più autostima e a vivere solidarietà e cooperazione”.

Il suo collega Ezekiel ha acquistato nuova speranza e coraggio per affrontare la situazione nella loro società. Ha detto: “Spero che ci saranno dei cambiamenti nel nostro paese, perché questo posto ha davvero bisogno di pace”.

Emmanuel, un ragazzo del Sud Sudan: “Ho imparato la pace e l’unità”. Elisabeth: “Ho imparato ad essere onesta con tutti”. Linda: “Con tutti i giochi, ho imparato a vivere come un’unica famiglia con i miei amici”. Tutti loro hanno partecipato agli eventi di Sports4Peace nella diocesi di Rumbek, nel centro del paese.

Creare una cultura di pace

Nell’Africa orientale, una regione che è stata classificata dall’Indice di Sviluppo Umano tra le più povere del mondo, la pace è ciò che le persone desiderano maggiormente. Eppure niente sembra più difficile da conseguire. Guerre civili efferate, tensioni etniche senza fine, oppressione politica, corruzione sistemica e un’estrema disuguaglianza tra ricchi e poveri, scuotono la regione senza alcun segno di miglioramento.

Lo stile di vita africano comunitario, espresso nell’idea di “Ubuntu” (“Io sono perché noi siamo”), spesso soccombe all’individualismo e alla competizione. E anche se l’istruzione è fondamentale, spesso non riesce a rispondere a queste sfide.

L’educazione tradizionale tipica dell’Africa orientale, prevedeva la crescita olistica della persona e includeva la trasmissione dei valori fondamentali. Oggi, l’istruzione è in gran parte delegata alla scuola e alle istituzioni. Tuttavia, queste insistono sulla formazione cognitiva e intellettuale, trascurando gli altri aspetti della pedagogia: l’apprendimento sociale e i valori.

Imparalo con il Dado

L’obiettivo principale di Sports4Peace è di aiutare i bambini a imparare diversi valori socialmente costruttivi divertendosi.

Ispirandosi al programma del Dado dell’Amore, iniziato dalla fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich, Hechenberger ha sviluppato sei frasi motivazionali che aiutano a vivere nel campo dello sport la Regola d’oro, che si trova in tutte le principali religioni del mondo, anche se espressa in modi leggermente diversi. Per i cristiani, è così formulata: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” (Mt 7, 12).

Le frasi sono scritte su un dado gonfiabile, che viene lanciato prima dell’attività. Ogni faccia del dado ricorda ai giocatori l’atteggiamento giusto per un gioco che permetta a tutti di divertirsi e, allo stesso tempo, migliora le capacità dei giocatori nel quadro di una sana competizione.

Le frasi sono: “Fai del tuo meglio! Impegnati al 100% e con uno spirito positivo”; “Gioca pulito! Sii onesto con te stesso e con gli altri”; “Tieni duro! Non arrenderti, anche quando è difficile”; “Prenditi cura di tutti! Ognuno è importante e merita rispetto”; “Festeggia! Goditi il ​​successo di ognuno quanto il tuo”; “Fai la differenza! Raggiungi grandi risultati insieme”.

Secondo Hechenberger, lo sport richiede interazione e cooperazione nella risoluzione dei problemi. Sostiene: “Molto spesso devi parlarne per trovare una buona soluzione. È un percorso in cui le persone godono della reciproca compagnia, ma imparano anche ad aiutarsi l’un l’altro, a rispettarsi e a sforzarsi di fare del loro meglio”.

Formazione olistica

Lo sport può contribuire alla formazione olistica di una persona: “Giocando impariamo il pensiero strategico delle regole e come applicarle. Quindi, dal punto di vista emozionale, siamo felici se raggiungiamo il nostro obiettivo, ma a volte siamo frustrati quando non siamo andati tanto bene, quindi dobbiamo superare questi sentimenti”.

Le persone che praticano lo sport ne traggono grandi benefici dal punto di vista del benessere fisico, ma possono anche imparare come aiutarsi l’un l’altro e insegnarlo agli altri.

L’impatto a livello sociale è estremamente importante per la costruzione della pace. “Abbiamo bisogno di avere una buona interazione e una buona comunicazione con gli altri membri della squadra per avere successo. Pertanto, fare sport e giocare insieme non è un’attività superficiale; ci coinvolge integralmente come persone”, afferma Hechenberger, che cita una famosa frase di Confucio: “Dimmelo e me ne dimenticherò; mostramelo e forse lo ricorderò; coinvolgimi e capirò”.

Orpha Nyakundi, vicedirettrice del programma di scienze sociali e umane della Commissione nazionale del Kenya per l’UNESCO, ha affermato che lo sport è uno strumento molto importante per promuovere i talenti dei giovani. “Il programma Sports4Peace è ottimo perché mette insieme persone di tutte le età, di tutte le comunità e di tutte le razze, allo scopo di pensare a come vivere insieme e fare qualcosa insieme nella pace”.

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