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Workshop

Una scuola per diventare “Ambasciatori del Mondo Unito”

 
 

Nella Mariapoli di Arny, 35 km a sud di Parigi, dal 2 al 7 Settembre, si è tenuta la prima scuola per “Ambasciatori del Mondo Unito” a cui hanno preso parte 16 giovani provenienti da 15 paesi del mondo.

Il programma era promosso dall’Associazione Internazionale New Humanity, Organizzazione Non Governativa, espressione del Movimento dei Focolari, che si ispira allo spirito e ai valori che lo animano.  Lo scopo era quello di potenziare le competenze di un gruppo di giovani change-makers, peace-builders e leader di comunità, formandoli alla cultura dell’unità, della pace e della fraternità, facendone dei veri e propri “ambasciatori” di un mondo unito, in grado di diventare portavoce della ONG a livello nazionale e internazionale. I 16 giovani coinvolti provenivano da Belgio, Brasile, Camerun, Colombia, Corea del Sud, Equador, Filippine, Kenya, Iraq, Italia, Libano, Messico, Nigeria, Spagna e Stati Uniti.

«È stata la prima “training school” per New Humanity,» osserva Chantal Grevin, Rappresentante Principale di New Humanity presso la sede dell’UNESCO di Parigi «un’esperienza efficace, che ci ha permesso, nel giro di una settimana, di trasmettere loro le competenze necessarie a diventare operatori attivi della nostra ONG».

La settimana di formazione ha alternato dibattiti tematici, animati dai rappresentanti di New Humanity (tra i quali i responsabili dell’ONG a Parigi e Ginevra), a lezioni frontali. Ogni ambasciatore, attraverso simulazioni e il confronto con i rappresentanti di altre ONG ha imparato ad esprimere e presentare lo scopo di New Humanity e dei suoi progetti, soprattutto in contesti ufficiali.

«Si è parlato di cosa intendiamo per “mondo unito”, di cosa siano la pace ed i diritti dell’uomo e di conseguenza di cosa intendiamo per “persona”,» spiega Marco Desalvo, presidente della ONG «ci siamo esercitati a tradurre in un linguaggio che possa essere di ispirazione per le Istituzioni internazionali, tutte le buone pratiche che i nostri giovani promuovono quotidianamente nel mondo per diffondere in tutte le sfere della società, e a ogni livello, lo spirito della fraternità universale come proclamato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo».

Nella mattinata del 5 settembre, i giovani ambasciatori sono stati ricevuti dai funzionari UNESCO delle scienze umane e sociali (sezione giovanile) e del settore dell’educazione (cittadinanza mondiale e cultura della pace).

«Ne è scaturito un dialogo aperto e libero che ha permesso a questi rappresentanti di scoprire meglio l’azione di New Humanity, attraverso la testimonianza dei giovani ambasciatori che hanno potuto mettersi in gioco insieme, sperimentando quanto appreso nei giorni precedenti e la loro positiva esperienza di cittadinanza globale» commenta ancora Chantal Grevin.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, a ciascun giovane è stata offerta la possibilità di incontrare personalmente i rappresentanti della delegazione presso l’UNESCO del proprio Paese, e di esporre la propria visione rispetto alle grandi sfide della pace, dell’ecologia e della fraternità.

Durante la training school, i giovani hanno anche avuto l’opportunità di incontrare e dialogare con Mons. Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede e Marie Claude Machon, Philippe Beaussant e Patrick Gallaud, rispettivamente Presidente, Vice-Presidente ed ex Presidente del Comitato di collegamento ONG-UNESCO.

«Grazie a questo corso ho imparato molto sul sistema delle Nazioni Unite e sulle attività delle ONG in tutto il mondo,» racconta, al termine dell’esperienza, Luciana, avvocato, che viene dall’Italia «ma soprattutto ho riscoperto le vere motivazioni che mi hanno spinto verso questo mondo. Come ambasciatore di New Humanity vorrei promuovere l’idea che aiutarsi a vicenda può fare una grande differenza nella creazione di un mondo più unito, ho capito che le piccole azioni possono avere un grande impatto sul benessere delle persone. Ecco perché mi sento tanto onorata di far parte di questo fantastico progetto!».

Pascal, che è libanese, ha condiviso: «Quando sono arrivata ero scoraggiata dal non riuscire a trovare soluzioni per il mio paese. Qui, ho trovato coraggio e speranza, ho capito che ci possiamo supportare, possiamo davvero lavorare per raggiungere il mondo unito. So che succederà! Sono molto felice di tornare nel mio paese e cominciare a lavorare!».

E Noè, dal Messico: «Sono arrivato qui con il mio amico Josef degli US. Viviamo a pochi km dal confine che separa i nostri paesi. Siamo già impegnati insieme in progetti a favore dei migranti. Al ritorno, avremo modo di mettere in pratica quello che abbiamo imparato qui».

Alla fine della settimana, i giovani hanno contribuito a definire un piano d’azione per la continuazione del programma “Ambasciatori del mondo unito” di New Humanity, che li vedrà protagonisti insieme ad altri 60 giovani del mondo, nel continuare a promuovere a livello internazionale e locale il loro ideale comune di fraternità universale, guidati dallo slogan “meglio insieme”, che li ha accompagnati durante tutta l’esperienza parigina.


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