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Workshop

Argentina – Il Programma di Turismo Sostenibile e Solidale del Nord Ovest Argentino (TSNOA) con il progetto “Conectando Destinos, Uniendo Personas” (“Collegando le destinazioni, unendo le persone”)

 
4 Ottobre 2017   |   , ,
 

Che valore genera includere nel bilancio della propria azienda i beni relazionali? Lo ha raccontato Enrica Bruneri, di UNI-MECC, agli ospiti del Polo Lionello Bonfanti, aspettando LoppianoLab 2017. 

«Mi chiamo Enrica Bruneri, sono sposata e ho due figlie. Dal 2015, sono a capo dell’azienda meccanica UNI-MECC, che si trova a Cafasse, in provincia di Torino, specializzata in particolati di acciaio e alluminio».

Enrica è visibilmente emozionata mentre introduce la sua esperienza davanti ad un uditorio di una settantina di persone radunate presso il Polo Lionello Bonfanti, in località Burchio (FI), punto di riferimento per le aziende italiane che aderiscono al progetto di Economia di Comunione: «Mio padre Roberto, che l’ha fondata nel 1965, teneva molto alle relazioni all’interno dell’azienda. Diceva sempre che dovevamo rimanere uniti e in amicizia con tutti i dipendenti, che considerava una parte attiva dell’azienda, un valore».

Enrica racconta gli anni di lavoro al fianco del padre: «Io, in principio, non capivo perché si impegnasse così tanto per tessere rapporti di fiducia e intesa con i collaboratori, i fornitori, anche il territorio. Poi, nel 2003, la UNI-MECC si è aperta al mercato estero, a partire dalla Germania. Operazione che è stata possibile solo grazie alle relazioni curate da mio padre con le varie agenzie sul territorio che, grazie a lui, hanno capito che una piccola impresa della zona stava lavorando per il bene comune, per il bene di tutti».

Nel 2008, quando soffiano venti di crisi, la UNI-MECC aveva già investito due anni prima, in uno stabilimento più grande, a Cafasse, per dare spazi adeguati ai nuovi impianti e alla crescente attività.
«Il trasloco viene fatto con il contributo di tutti,» spiega Enrica «impiegati, operai, amministrativi. Il nuovo spazio viene inaugurato a tempo di record, nell’ottobre del 2008».

Poi, la crisi arriva davvero e sembra infinita.
«Di nuovo, mi rendo conto che è solo grazie ai rapporti di fiducia reciproca tessuti da mio padre con le banche e i fornitori che riusciamo ad attraversarla. Anche all’interno dell’azienda cerchiamo di avere attenzioni particolari. Per esempio, mio padre era venuto a sapere che uno dei nostri giovani dipendenti era caduto in depressione durante la cassa integrazione e, per incoraggiarlo, lo reinseriamo subito in azienda».

Intanto, la salute di Roberto peggiora, e Enrica è costretta a prendere in mano la situazione. Nel 2012, conosce l’A.I.P.E.C. (Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione) e, confrontandosi con altri imprenditori “impegnati” come lei, ritrova forza e fiducia.

«Nel marzo 2015, Roberto Bruneri è andato in Paradiso. Malgrado il dolore, mi sono resa conto che mi aveva lasciato in eredità una realtà di valori. Forte del suo insegnamento, sto puntando alla creazione di un team di lavoro che sappia confrontarsi, integrarsi, sapendo che competenze e collaborazione sono la carta vincente. Mi sono impegnata a seguire da vicino la produzione… Così, ho conosciuto le storie e le difficoltà delle persone che lavorano con noi».

Enrica racconta anche di una vittoria di cui è particolarmente orgogliosa: «Sono quasi riuscita ad eliminare le fredde comunicazioni via mail tra colleghi! Tre volte alla settimana ci ritroviamo e mettiamo insieme le esigenze, non c’è più bisogno di mail per scambiarsi informazioni».

E poi conclude: «Ho imparato a fidarmi delle persone. Lavorare dando valore ai beni relazionali, nella mia esperienza, significa contribuire a sconfiggere le ingiustizie sociali».


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