United World Project

Workshop

“Camminerò con voi”

 
30 Dicembre 2014   |   , ,
 

Stava viaggiando in treno insieme a una donna che sembrava essere musulmana. “In silenzio lei si toglie il suo hijab” (il velo), ha subito scritto in un post di Facebook. “Sono uscite le lacrime sui miei occhi e sono stata colpita da sentimenti di rabbia, tristezza e amarezza”, ha poi condiviso con il giornale Brisbane Times. “Mi sono avvicinata in silenzio alla stazione ferroviaria e mi sono offerta semplicemente di camminare con lei.”

Questo atto di gentilezza in un momento carico di tensione ha portato a un diffondersi di gesti simili di sostegno concreto alla comunità musulmana su Twitter in tutta l’Australia e nel mondo sotto l’hashtag #IllRideWithYou (camminerò con voi). Tessa Kum, che ha iniziato la campagna su Twitter, dice che è stata ispirata dall’esperienza di Rachel sui social media – offrendosi di viaggiare o camminare insieme a quelli che si sentono minacciati a causa del loro abbigliamento. “Dovrebbero avere qualcuno accanto a loro; non dovrebbero essere soli… abbiamo bisogno di un numero maggiore di questi atti di gentilezza nel mondo. Da quando ho fatto il mio invito a impegnarsi per aprire un dialogo, il mio telefono non ha mai smesso di vibrare e ho realizzato che stava andando ben al oltre me… le persone stavano venendo aiutate”, ha detto Tessa.

Questo fenomeno sui social media ha ispirato la gente comune a uscire da sé per lottare contro le ostilità e le negatività per raggiungere i più vulnerabili in questo momento. “Stavo viaggiando in treno per andare a lavorare”, ha condiviso Jack da Sydney, “e ho visto una donna che se,brava anglosassone approcciare una coppia musulmana (lei indossava un velo). Ha messo il suo braccio nei loro in un gesto di comprensione e camminava con loro. Loro hanno iniziato a piangere…”
Judy, anche lei da Sydney, dice: “Ho letto questo e il mio cuore è pieno di speranza. Sicuramente possiamo credere ancora che l’amore è più forte dell’odio — qui possiamo agire d’iniziativa per ri-creare la pace e l’armonia nella nostra comunità…”
Il Sindaco sig.ra Clover Moore ha ribadito che l’identità di questa città è “multi-culturale, inclusiva, armoniosa, e ciò che ha successo non la cambia.”

L’arcivescovo Anthony Fisher di Sydney ha celebrato una Messa in cui erano presenti il Governatore Generale e il Primo Ministro del Nuovo Galles del Sud, tra le tante altre personalità del mondo politico. Ha condiviso: “…Una sfida così radicale al nostro stile di vita può essere disorientante e indurire il nostro cuore. Il rischio è di diventare cinici, sospettosi nei confronti dei nostri vicini. O peggio, rivoltarsi contro di loro. Nel frattempo mineremmo ciò che amiamo di più del nostro Paese e del suo stile di vita.”

Elin Anisha Guro, una musulmana delle Filippine, vive in Australia con suo marito e i figli con un visto per studenti internazionali. È stata attiva in iniziative verso la costruzione di un mondo più unito per molti anni attraverso la sua associazione con il Movimento dei Focolari: “Mentre era in atto la crisi degli ostaggi, ho ricevuto un messaggio da un’amica di Brisbane — una donna che non ho mai incontrato. Lei ha offerto s me e alla mia famiglia il suo sostegno e solidarietà e, preoccupata per la reazione che ciò avrebbe potuto avere per i musulmani in questo Paese, mi ha mandato il suo indirizzo e numero di telefono, dicendo: ‘se avrai mai bisogno di un posto dove stare, per essere al sicuro, vieni a casa mia.’ Mi sono sentita davvero felice di essere qui in Australia in questo momento in cui le persone si stanno sostenendo a vicenda e non stanno permettendo che questo incidente interrompa le loro vite.”

Fonte: livingcitymagazine.org


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