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Leader delle religioni di tutto il mondo insieme contro le moderne schiavitù

 
2 Dicembre 2014   |   , ,
 

La “Dichiarazione congiunta dei leader religiosi contro la moderna schiavitù” sarà firmata oggi in Vaticano per i cattolici da papa Francesco, per gli ortodossi dal metropolita Emmanuel, in rappresentanza del patriarca ecumenico Bartolomeo, per gli anglicani da Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, per gli ebrei dai rabbini Abraham Skorka e David Rosen, per gli indù dall’indiana Mata Amritanandamayi (Amma), per i buddisti da Bhikkhuni Thich Nu Chan Khong in rappresentanza del maestro zen Thich Nhat Hanh e da Datuk K Sri Dhammaratana, capo sommo sacerdote della Malaysia, per i musulmani da Abbas Abdalla Abbas Soliman, in rappresentanza di Mohamed Ahmed El-Tayeb, Grande Imam di Al-Azhar, dal grande ayatollah Mohammad Taqi al-Modarresi e Sheikh Naziyah Razzaq Jaafar, in rappresentanza del grande ayatollah Sheikh Basheer Hussain al Najafi e dallo Sheikh Omar Abboud.

La Dichiarazione comune è frutto di una iniziativa del Global Freedom Network (GFN), con la quale si vuole affermare l’impegno a ispirare l’azione spirituale e pratica di tutte le fedi e delle persone di buona volontà in tutto il mondo per sradicare la schiavitù moderna. Oggi è una realtà che, secondo la GFN coinvolge 36 milioni di persone vittime di traffico di esseri umani, lavoro forzato,  prostituzione, traffico di organi e in genere di ogni rapporto che non rispetta il principio che tutti gli esseri umani sono uguali e hanno la stessa libertà e dignità. Sono tutti crimini contro l’umanità, e devono essere riconosciuti come tali da tutti e da tutte le nazioni.

Alla firma sono presenti esponenti di organizzazioni della società civile e del lavoro, tra i quali Andrew Forrest della Walk Free Foundation, che fa parte della GFN.

La Global Freedom Network ha definito sei campi di azione che si propongono di promuovere accordi di acquisto etico, di migliorare l’assistenza alle vittime e ai sopravvissuti, di sostenere riforme di leggi, di promuovere l’educazione e la sensibilizzazione e di garantire fondi consistenti per svolgere il proprio compito.

Fonte: AsiaNews.it


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