United World Project

Workshop

#SignUp For Peace – Appello

 
24 Settembre 2015   |   , ,
 
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Per realizzare la fraternità universale non può bastare solo la buona volontà del singolo: siamo convinti, infatti, che sia necessaria un’azione della politica diretta ad intervenire sulle cause dei conflitti e sulle condizioni che generano diseguaglianza.

Nel 2000 i Capi di Stato e di governo di tutti gli Stati membri dell’ONU hanno firmato a New York la “Dichiarazione del Millennio”, nella quale affermavano che “La civiltà globalizzata del terzo millennio possiede la ricchezza, la conoscenza e i mezzi per coronare il sogno di un’umanità affrancata dalla miseria e dalla mancanza dei bisogni di base”. Questi obiettivi dovevano essere realizzati nel 2015 ma tale traguardo è stato raggiunto solo in parte.

Numerose sono le questioni ancora aperte. Dunque ci appelliamo alle Istituzioni chiedendo di:

  1. Ridurre i finanziamenti pubblici destinati agli armamenti al fine di garantire una redistribuzione più equa delle risorse. Attualmente le spese militari a livello globale sono pari a 1740 miliardi di dollari (Archivio Disarmo). Ciò ha prodotto, alla fine del 2014, ben 59,5 milioni di migranti forzati (UNHCR) dei quali, solo nel Mediterraneo, hanno perso la vita oltre 3000 persone su un passaggio di 218 mila profughi. Riteniamo che sia necessaria un’inversione di rotta negli investimenti attuali al fine di un maggiore sostegno nella cooperazione fra Paesi per la costruzione della pace.
  2. Operare alla radice delle diseguaglianze per contrastare la miseria. La crisi finanziaria infatti ha accentuato ulteriormente il divario tra ricchi e poveri. Più del 35% della popolazione mondiale si trova in una condizione di denutrizione mentre basterebbero 20 centesimi al giorno per salvare un bambino dalla fame (World Food Programme). Significative in questo senso le parole di Papa Francesco: “Non è possibile che non faccia più notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa (…) No ad un’economia dell’esclusione e dell’iniquità (…) Questa economia uccide” (Evangelii Gaudium).
  3. Rivedere i modelli di governance attuali: è necessario un maggiore controllo democratico nella scelta delle politiche economiche e monetarie e una maggiore vigilanza sugli istituti finanziari la cui condotta è stata uno dei principali fattori della crisi economica. Occorre riscoprire una visione politica incentrata sul bene comune e ricondurre il denaro e la finanza a strumento e non a fine dell’agire umano.
  4. Adottare un modello di legalità organizzata in opposizione a fenomeni criminali quali il narcotraffico, la tratta degli esseri umani, lo sfruttamento illecito dell’ambiente. In particolare chiediamo di rinnovare l’impegno nel contrastare efficacemente la corruzione dilagante in ambito istituzionale.
  5. Garantire un livello di istruzione primaria universale al fine di consentire il pieno sviluppo della persona umana. Secondo recenti dati dell’Unesco (2014), infatti, un bambino su dieci non ha accesso ad una scuola e 759 milioni di adulti non sono in grado di leggere e scrivere.

Roma, 24 settembre 2015

I Giovani per un Mondo Unito

Invitiamo i leader religiosi, le personalità della cultura, dell’arte, dello sport e tutte le persone di buona volontà ad aderire a questo appello, attuando quanto affermato da Gandhi, “sii tu il cambiamento che vorresti nel mondo”.


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