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I am Climate Justice: Io sono la Giustizia Climatica

Abbiamo intervistato Nicole Ann Ponce, una giovane donna di Cebu, Filippine, volontaria del Movimento “I am Climate Justice”. Abbiamo parlato di come è nata l’ICJ, dei suoi obiettivi e di quanto sia importante che ognuno di noi faccia la sua parte per prendersi cura del pianeta.

ICJ – I am Climate Justice è un movimento formato da volontari di tutto il mondo, studenti, attivisti, artisti e avvocati di alto profilo, che usano il potere della legge per indurre i governi a proteggere le generazioni future dalla crisi climatica. Una di queste volontarie è Nicole Ann Ponce, appassionata di scienze politiche, advocacy per lo sviluppo di comunità e cura dell’ambiente.

Ha iniziato a fare volontariato sei anni fa con il dottor Antonio Oposa, leader del movimento e avvocato di fama mondiale per il suo lavoro in ambito di diritto ambientale, creatore della Dottrina Oposa, che fa riferimento a una causa storica del 1993 presso la Corte Suprema filippina, che ha posto le basi per il riconoscimento del concetto di responsabilità intergenerazionale per una sana ecologia.

All’inizio l’ICJ aveva 3 ambiti di lavoro, che continuano ancora oggi: l’individuale, il locale e il nazionale. Quello individuale iniziava con l’invito a chi voleva impegnarsi in qualche azione personale, anche se piccola, come utilizzare non più di un bicchiere di acqua per lavarsi i denti. In questo modo, hanno creato un database con tutte le persone che si sono impegnate in qualche modo e hanno iniziato a misurare l’impatto che la somma di tutte quelle azioni ha generato, per dimostrare che per quanto piccolo sia lo sforzo, il risultato è importante: ogni minimo impegno crea un impatto e cresce quando si mettono insieme tutti quei “piccoli impatti”.

Dopo aver generato questa iniziativa personale e locale, sono passati a livello nazionale con quattro progetti: Orti alimentari (proposta di agricoltura urbana), Street sharing (per contrastare il traffico: generare piste ciclabili, piste pedonali, ecc.) e altri due progetti che saranno sviluppati per generare captazioni di acqua piovana e sistema fognario.

Da tutto questo lavoro a livello locale e nazionale, il movimento si è sviluppato a livello internazionale, con il momento più importante finora, che è stata la partecipazione dell’ICJ al Summit sul clima delle Nazioni Unite a New York, dal 21 al 27 settembre 2019. Lì hanno presentato una petizione per chiedere il parere della Corte Internazionale di Giustizia sulla seguente domanda: “In questa crisi climatica, quali sono i doveri degli Stati di diritto internazionale nei confronti delle generazioni presenti e future?”

Inoltre, in occasione del Summit sul clima delle Nazioni Unite, hanno espresso il loro sostegno all’azione legale che Greta Thunberg e altri hanno presentato il 23 settembre. E hanno chiesto ai governi del mondo di agire in modo forte, serio e sostenuto per affrontare e accettare l’emergenza climatica. Hanno anche annunciato che avrebbero unito le loro forze con altri gruppi giovanili in tutto il mondo per spingere i loro governi verso un vero cambiamento.

Nicole spiega: “Vogliamo creare un documento legale che possa essere usato da tutti gli affiliati dell’ICJ nel mondo per iniziare le loro ‘mini rivoluzioni’, rivoluzioni della mente e del cuore”.

Queste rivoluzioni cominciano da tutti, nelle loro abitudini quotidiane. “Credo fermamente che il cambiamento di coscienza cambi tutto, anzi, lo vediamo. Forse non è un cambiamento così evidente e radicale, ma lo vediamo. Come ad esempio con tutto il movimento delle cannuccie di plastica”, nato da alcuni cittadini  che con il loro comportamento hanno iniziato  a far crescere la consapevolezza in tante altre persone, di quanto sia importante stare attenti nella produzione di rifiuti plastici non facilmente smaltibili, fino a quando le grandi aziende di fast food hanno cambiato il loro modo di produzione: alcune aziende hanno cambiato il materiale dei sorbetti di plastica con la carta, altre non lo danno se il cliente non lo chiede e altre lo hanno eliminato completamente.

“È un cambiamento sottile, ma eccolo lì. Mano a mano che le persone diventano più consapevoli, cominciano anche le aziende a cambiare il modo di lavorare, e influenzano le società e persino i governi. Se la gente parla ad alta voce, gli altri seguono. Ecco perché l’ICJ aiuta, nella costruzione e nella creazione di infrastrutture istituzionalizzate, di politiche da implementare e così andare in una direzione”, spiega Nicole Ann Ponce, “se abbiamo un documento dell’ICJ che esorta gli Stati a rendere conto del proprio operato e le aziende dei loro Paesi devono incorporare un packaging sostenibile, ad esempio, questo fa sì che essi inizino ad attuare tali cambiamenti”. A volte ci vuole una scintilla per portare un cambiamento.

E a volte quella scintilla viene da un singolo individuo. Da una sola persona e dai suoi social network:

Consiglio a tutti di condividere qualsiasi cambiamento, per quanto lieve, sui social network. Le cose buone si diffondono, l’ho notato. Questi cambiamenti positivi sono contagiosi e la gente vuole farlo sempre di più. Perché sì, è bello prendersi cura dell’ambiente, oggi è ‘cool’ pensare in modo sostenibile per l’ambiente… e questo è già molto.

La giovane volontaria di ICJ crede che sia qui che entrano in gioco i social network: “Se sono ancora attiva nei social oggi, è solo per questo, per il potere che hanno di iniziare un dialogo e di aumentare la consapevolezza”, ed è qualcosa che tutti noi abbiamo il potere di fare. Ci rende protagonisti della cura dell’ambiente: fare e condividere.

“La realtà è che non c’è un Pianeta B, non abbiamo la possibilità di cambiare posto. Se distribuiamo la storia del pianeta in 24 ore, l’umanità è apparsa ‘all’ultimo minuto’. È triste pensare che in questo breve spazio di tempo potremmo essere noi a distruggerlo”, riflette Nicole, “dobbiamo pensare non solo al presente, ma al fatto che tutto ciò che facciamo ora riguarda le generazioni future, e questa è la cosa più importante”.

Per mettere in pratica alcune azioni sostenibili, vi invitiamo a vedere in questo post alcune iniziative che potete iniziare a fare da oggi a casa vostra:

Ricordate: se cominciate a farle o le fate già, non dimenticate di condividerle anche sui vostri social: il bene è contagioso!


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