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Un business per la fraternità: la Nuova Global Foundation

 
19 Novembre 2021   |   Internazionale, Consulus, Nuova Global Foundation
 

Un progetto ambizioso ma quanto mai necessario che, nel mondo del business aiuta a trasmettere un messaggio di fraternità.

Lawrence Chong e Stanislav Lencz: basta leggere i due nomi per rendersi conto che ci troviamo di fronte a due mondi opposti: due professionisti, di cui uno rappresenta la vecchia Europa, vecchia sì, ma aperta alle novità, e l’altro invece rappresenta il nuovo mondo, non tanto quello scoperto da Colombo, ma il “nuovo” in senso figurato, culla delle tecnologie, delle sperimentazioni, delle nuove frontiere.

Lawrence viene da Singapore, Stanislav dalla Slovacchia. Entrambi lavorano nel campo della consulenza aziendale, dell’hi-tech, per l’analisi, la progettazione, pianificazione e realizzazione degli obiettivi di un piano di lavoro di una qualsiasi azienda. Insieme, si dedicano a un progetto ampio, che travalica i confini dei loro Paesi, stando ognuno a casa propria, s’intende. È curioso sentirli parlare delle ultime novità, s’intravedono la passione e una grande umiltà.

«Per cominciare è necessario parlare di Consulus, una società di consulenza per l’innovazione, nata nel 2004 a Singapore che si ispira ai valori della fraternità» – dice Lawrence, ma qui forse il nostro lettore potrebbe già cominciare a perdersi e quindi chiediamo approfondimenti: «L’azienda è nata con una visione ben precisa: servire i nostri clienti in ascolto profondo, in un processo di co-creazione multidisciplinare ispirata al design thinking*. Li conosco fin da giovanissimo i valori della fraternità, dell’unità nella diversità, dell’essere insieme come squadra, e ho sempre pensato che questi valori potessero essere inseriti anche nel mondo degli affari, così come, tra l’altro, l’Economia di Comunione sta dimostrando, facendoli diventare strategia, metodo, processo, pratica, cultura».

Alcuni valori, in effetti, sono spesso associati al mondo economico: inclusione, team, valorizzazione delle risorse, ma tutto questo è sempre orientato soltanto a ottenere un maggior profitto, senza tenere conto, molto spesso, di altri tipi di impatto, soprattutto dal punto di vista umano, sociale e ambientale.

«La strategia di Consulus» – continua Stanislav Lencz – «è quella di prendere questi valori, che sono buoni di per sé e orientarli per servire quello che noi chiamiamo “purpose”, in italiano potremmo dire “proposito più alto”, al di sopra della missione e visione dell’impresa o organizzazione. Per noi, ispirandoci ai principi dell’Economia di Comunione, il fine è la fraternità».

Certo, il business va fatto, il profitto è necessario per sopravvivere, ma è inserito in un’altra logica, in quella “cultura del dare” che la fondatrice dell’EdC, Chiara Lubich, ha sempre invocato.

In Consulus lavorano persone di diversa provenienza sociale, che abitano in varie parti del mondo, portatrici di sensibilità a volte opposte. La sfida è allora proprio quella di comporre le diversità, salvando le specificità di ognuno, ma è questa molteplicità colorata, vissuta nella dinamica dei rapporti autentici, che consente a ciascuno di diventare la versione migliore di sé stesso. L’esperienza di Consulus lo conferma: così si incoraggia la più alta capacità di innovazione, creatività, produttività, attraverso un dialogo continuo, a volte difficile certamente, ma mai impossibile. Tutto questo permette di scavare nel profondo, trovare soluzioni inaspettate per un progetto e assicurare longevità a ogni attività.

Uno di questi progetti, che sta trovando una sua finalizzazione proprio in queste settimane, è Nuova Global Foundation, una nuova piattaforma che, come dice il sito, è per l’unità e il dialogo inclusivo. «Il nostro nome “Nuova” è presa dal nome Città Nuova, la rivista fondata da Chiara Lubich nel 1956 che oggi è espressione di una cultura di fraternità in tutto il mondo. Essa rappresenta ciò che cerchiamo di raggiungere: costruire nuove prospettive, sviluppare nuova comprensione e rispetto reciproco, e ispirare nuovi modi di plasmare un mondo unito attraverso i media».

Tutto nasce quando si è vista la necessità di trovare un agente che aiutasse a capire come rafforzare, e in certi casi creare, la “rete” delle edizioni e riviste Città Nuova nel mondo, assicurandone sostenibilità e impatto globale.

Per crearla il team di Consulus in questi anni ha letto quasi tutto quello che Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari di cui Città Nuova è espressione, ha detto o scritto a riguardo alle riviste e alle case editrici.

«La cosa interessante è che la Lubich ha sempre visto queste realtà come un servizio all’umanità, per veicolare idee e progetti che portassero un beneficio a un mondo così travagliato, ma che anela alla fraternità. Questa radicalità del dialogo coraggioso nel mondo dei media è quanto mai attuale, oggi ancora di più, in quanto la pandemia ha messo in evidenza quanto siamo legati gli uni agli altri, generando un bisogno di unità inclusiva nell’economia, nella politica, nell’educazione, ma anche nel campo delle religioni».

Due progetti sono stati già avviati e vi stanno lavorando le diverse redazioni: il progetto Economia Inclusiva, per misurare lo stato attuale dell’inclusione economica in tutto il mondo attraverso il lancio di un sondaggio globale e interviste con leader e organizzazioni per condividere come hanno dato forma a pratiche inclusive nei loro ambienti locali. Il secondo è un progetto in preparazione con la rete di Città Nuova presente in Africa per far emergere il Continente considerato culla dell’umanità nella sua vitalità e capacità di imboccare strade sempre nuove di sviluppo, per far conoscere gli imprenditori africani e le influenze che stanno generando un cambiamento sociale attraverso il business e l’impatto sulle loro comunità.

«Il mondo di Città Nuova è internazionale, e le varie edizioni devono essere più in rete, più interconnesse per essere in grado di parlare al mondo, capitalizzando gli sforzi, valorizzando contenuti e metodi di ogni azienda editoriale, che nella propria area del mondo è una vera azienda culturale».

La grande novità è che qui per la prima volta le Città Nuova si presentano al pubblico insieme, lavorano insieme in un unico progetto mediatico, multiculturale, ma unito ed impattante.

«Questo perché» – continua Stanislav – «la nostra sfida è la debolezza, sembra strano ma è così: in genere è vista come un fallimento, noi pensiamo che la nostra debolezza, che magari è l’essere piccoli, se vissuta insieme, tutti protesi verso un orizzonte ben chiaro, crea un bene, influenza e trascina altri e migliora il mondo».

*Design thinking: metodo di gestione aziendale verso l’innovazione, attraverso un processo di co-creatività (coinvolgendo collaboratrici, collaboratori, clienti,…), partendo da una profonda comprensione dei bisogni delle persone, al fine di scoprire soluzioni creative e pratiche in grado di soddisfarle.


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