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Il male non avrà l’ultima parola

 
22 Marzo 2022   |   Ucraina, Accoglienza Migranti, Città Nuova
 
Foto de Artūras Kokorevas en Pexels
Di Redazione Città Nuova

Il racconto di una lettrice che abita vicino al confine Fernetti con la Slovenia. L’abbraccio di un’intera comunità ai profughi ucraini.

Abito a pochi chilometri dal confine dove stanno arrivando i profughi ucraini. Mi domandavo cosa potevo fare e, prima di tutto, volevo vedere come era stata impostata l’accoglienza nello stesso locale/hotel dove anni prima insegnavo italiano come volontaria ai profughi afgani e pakistani.

Incoraggiata durante la telefonata, sabato 5 marzo vado sul e posto scopro che alcune persone avevano iniziato ad accogliere le persone in arrivo per poter usufruire dei bagni e offrire un the e caffè caldo, acqua, succhi, dolci, mele, peluche e giocattoli…

I pullman appena entrati vengono fermati per il controllo dei passeggeri che solo dopo sono autorizzati a scendere e sostare per un pò.

Mentre la provvidenza si è messa in moto, in un modo splendido polizia, carabinieri, Unicef, Protezione civile e Agenzia Onu per i rifugiati svolgono ruoli diversi ma importantissimi.

Chi conosceva il gestore dei locali, come me, si è messo subito a disposizione e si è formato con lui un gruppo di persone con un passaparola incredibile che danno 24 ore su 24 la loro disponibilità: chi sa parlare ucraino, russo, inglese, chi porta le cose che servono, chi mette a disposizione tempo e auto per i passaggi: è un continuo riempirsi di beni che escono conditi da sorrisi e dalla parola grazie in tante lingue…

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