United World Project

Workshop

Un mondo a colori

Di Letizia Spano.

Dal 7 al 22 luglio, si è tenuta a Loppiano, cittadella internazionale dei Focolari, una summer school per quei giovani che desiderano impegnarsi per un mondo unito. Filo rosso sono stati i contenuti e gli ambiti di azione di Pathways 2019-2020, caratterizzato dal motto “In time for peace” e dedicato ai diritti umani, alla pace, alla giustizia e alla legalità. L’annuncio ufficiale: l’evento finale, dal 1 al 7 maggio, si svolgerà in Corea.

Il titolo della summer school era “Il Mondo a Colori”. Un titolo che trae ispirazione da quella che Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, chiamò la “Rivoluzione Arcobaleno”, intendendo con questo nome la rivoluzione portata dal Vangelo, capace di rinnovare con l’amore, ogni aspetto della vita umana. Con la visione profetica di un colore specifico per i vari continenti, quasi a evidenziare il dono che ogni parte del mondo può essere per le altre, con la sua particolarità.

[…] come la luce si scinde in sette colori, quelli dell’arcobaleno, ma sempre luce è il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’indaco, il violetto, così l’amore è sempre amore […]

Una rivoluzione che la Lubich affidò in maniera particolare ai gen, i giovani dei Focolari, nel 1968. A distanza di tanti anni, durante il Genfest di Manila, nel luglio scorso, hanno lanciato Pathways for a United World il percorso mondiale in 6 anni, parte del United World Project, che mette in evidenza 6 diverse vie per costruire il mondo unito. Traendo spunto dalle sfide poste dall’attualità, ogni anno, i giovani approfondiranno un diverso aspetto della vita umana e sociale – dall’economia alla politica, dalla giustizia all’arte, dal dialogo tra culture allo sport – dando vita ad azioni, collaborazione e progetti basati sulla fraternità e la reciprocità, con una dimensione e un impatto che dal locale guarda al globale. Così, traendo spunto dalla Rivoluzione Arcobaleno, durante la summer school, si è approfondito ogni giorno un colore-aspetto diverso.

I partecipanti, circa 40 giovani, provenienti dalla Corea, da Hong Kong, da Malta, dalla Scozia, dall’Italia, dal Brasile, da Cuba, dal Myanmar, dalla Polonia, dalla Colombia hanno portato con sé il patrimonio culturale ma anche le ferite dei propri paesi.

«Abbiamo trovato giovani motivati e impegnati… – ha commentato una delle relatrici, Maria Giovanna Rigatelli di Comunione e diritto, una rete internazionale che unisce studiosi ed operatori nei diversi campi del diritto – la situazione mondiale vede una mancanza di conoscenza dei valori dei diritti degli uomini. Durante la scuola, è emersa l’importanza dell’impegno personale per contribuire ad esempio, al dramma delle due Coree, o a quello di Hong Kong. In tanti punti del mondo, si può accendere la luce del nostro impegno!».

Filo rosso della summer school sono stati i contenuti e i vari ambiti di azione del Pathways 2019-2020, che sarà colorato di “giallo” e dedicato ai diritti umani, alla pace, alla giustizia e alla legalità. “In time for peace” è il motto e impegnerà i giovani dei Focolari, e quanti vorranno aderire alla loro proposta, fino a maggio prossimo. L’evento finale si svolgerà simbolicamente in Corea, dal 1 al 7 maggio 2020.

Toccanti, a tal proposito, le testimonianze dei giovani di quel paese, una fra tutte quella di Y.: «Durante la Summer School abbiamo parlato tanto di come amare gli altri, e ho capito che per avere la pace è molto importante sapere amare. Mi ha colpito molto una frase di Madre Teresa di Calcutta, che diceva che si deve amare fino a sentire dolore. La nostra nazione è divisa in due e abbiamo tante ferite dentro, ma queste ferite non giustificano la nostra divisione. Dobbiamo avere come scopo il dialogare, per avere la pace fra noi. Durante la scuola ho pensato: se continuiamo ad amare, ad amare, ad amare, forse, alla fine riusciremo a riunire le due Coree!».

Da Hong Kong, un’altra zona di crisi, veniva D., che ha commentato: «Penso che tutti vogliano la pace nel mondo. Ma prima di venire qui, sono successe tante cose a Hong Kong che mi hanno fatto pensare che la pace non sia l’unico modo per risolvere i problemi. Forse, a volte, abbiamo bisogno di essere violenti. Mi sentivo frustrato. Ma sono stato molto felice di quello che ho vissuto qui e delle tante persone che hanno parlato con me di pace. Quest’anno, come giovani approfondiremo e vivremo il Pathways dedicato ai diritti umani, alla giustizia e alla pace. Questo ci fa pensare: è bene usare la violenza, che le persone siano ferite e ammazzate? Qui, ho imparato come amare gli altri e come focalizzarci sull’amore fra noi. So che percorrere la strada della pace è difficile, ma penso che dobbiamo cercare di realizzarla senza usare la violenza. Quando torno a casa, voglio usare quello che ho imparato e ho sperimentato a Loppiano per amare le persone a Hong Kong, anche quelle che odio».

Tanti gli esperti che hanno partecipato e contribuito al buon esito di questa edizione 2019 della summer school. Tra gli altri: Cristina Montoya, Docente di Comunicazione presso l’Istituto Universitario Sophia; Maria Giovanna Rigatelli e Eleonora Sali di Comunione e Diritto; Luca Fiorani dell’iniziativa culturale EcoOne; Raffaele Cardarelli, membro della rete di comunicatori NetOne.


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