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Workshop

#PillsOfHope: speciale America Latina

 
24 Aprile 2020   |   America Latina, Coronavirus, Pills of Hope
 

Continuiamo a ricevere “pillole” di speranza da vari luoghi del pianeta. Sono storie di azioni spontanee, creative e contagiose che raccontano il tentativo di affrontare la crisi del Covid-19 in un modo diverso. Questa volta, ne pubblichiamo alcune che ci sono state spedite dall’America Latina.

Bolivia. Una mappa che unisce il paese

L’idea è venuta da un piccolo gruppo di persone attraverso Twitter e, in poche settimane, più di 130 collaboratori hanno aderito all’iniziativa per creare una piattaforma – Bolivia Solidaria (Bolivia solidale) – con una mappa che permette di contattare le persone che hanno bisogno di aiuto durante la quarantena e, dall’altra, di proporsi per dare una mano. In questo modo, tentano di far incontrare, in un unico canale, chi ha bisogno di aiuto con chi è disponibile a mettersi al servizio.

Per le richieste d’aiuto, la piattaforma riunisce le informazioni in quattro gruppi: dove ordinare cibo, prodotti per la pulizia, ecc.; le offerte di aiuto; la localizzazione dei servizi sanitari, come le farmacie nel Paese; infine, i servizi pubblici disponibili, come per esempio l’ubicazione dei mercati ancora aperti.

La piattaforma si basa sulla partecipazione, vale a dire che più persone visiteranno e alimenteranno la piattaforma, più aiuto si potrà dare, poiché l’obiettivo è quello di “mettere in contatto le popolazioni vulnerabili e le possibilità di aiuto”. Come raccontano i creatori della piattaforma: “Dobbiamo rendere visibili entrambe le parti, in modo che possano incontrarsi”.

Fonte: PaginaSiete.bo

Argentina. L’insegnante che percorre chilometri e chilometri per portare i compiti ai suoi studenti

Maria Caballero, insegnante in una scuola di campagna a Santa Fe, in Argentina, sa che molti dei suoi studenti non hanno internet a casa. Alcuni di loro non hanno nemmeno un computer, quindi la situazione attuale li lascia completamente privi di accesso all’educazione.

Così, Maria, che è un’insegnante appassionata con più di 20 anni di esperienza, raggiunge ogni settimana le case dei suoi studenti, lasciando ad ognuno i materiali e la guida per continuare la propria formazione.

“Dato che non ci sono lezioni e i bambini non hanno né internet né telefono, ho pensato di lasciare i loro compiti appesi ai cancelli d’ingresso delle loro case. Dopo una settimana, torno a prenderli con i compiti fatti. Parliamo a distanza, mi chiedono quello che non hanno capito, e rimaniamo a chiacchierare per un po’. Manco a loro, e loro mancano a me”, ha raccontato la prof.  Caballero ad un giornale argentino.

Inoltre, quando viene a sapere che qualcuno dei suoi studenti manca di strumenti come le forbici, carta colorata, colla, ecc., lei glieli porta, in modo che possano “mantenere la creatività ed essere intrattenuti in questi giorni”, spiega.

Fonte: TN.com.ar

Brasile e Messico. Stessa solidarietà, protagonisti diversi

I Giovani per un Mondo Unito (Y4UW) di João Pessoa, capitale dello stato di Paraíba, Brasile, i giovani di Torreon, Messico e anche quelli di Città del Messico DF stanno lavorando per aiutare le persone che hanno perso il lavoro e i mezzi di sussistenza a causa della pandemia nelle loro città.

I giovani di questi due paesi si sono messi al lavoro, alla ricerca di donazioni da parte dei loro conoscenti, per far circolare i beni. In questo modo, quelli di João Pessoa sono già riusciti ad aiutare più di 265 famiglie. In Messico, i giovani hanno distribuito più di 27 pacchi alimentari con materiali per l’asilo e medicine per le famiglie in diverse aree del paese. I giovani di Torreo hanno raccolto, per adesso, 50 pacchi alimentari per diverse famiglie e persone.

“Sappiamo che la fame è qualcosa per cui non si può aspettare. Nel nostro paese ci sono molte persone in difficoltà, quindi nel nostro territorio vogliamo essere quella goccia d’acqua nell’oceano, che fa la sua parte. Con amore ci riusciremo ”, spiega Narinha, una delle giovani che partecipa all’iniziativa in Paraíba.

Bolivia. “Siamo un cuore solo”

È questo il nome del gruppo in cui giovani come Brian, Raquel, Rebeca, Jael e Maika collaborano a La Paz e El Alto, in Bolivia. Insieme ad altri volontari, percorrono grandi distanze per trasportare cibo, medicine e per aiutare gli anziani che sono soli o che hanno scarse risorse.

“Andiamo fino dove ci permette il cuore. Rebeca (uno dei volontari) è andata fino la comunità di Viacha per fare le donazioni. Siamo anche arrivati nella comunità di Huajchilla (nel sud) per portare medicine e cibo, e in molti altri luoghi di entrambe le città”, ha spiegato Brian Camacho, promotore e membro di “Somos un mismo corazón” (Siamo un cuore solo) al giornale Página Siete.

Fonte: PáginaSiete.bo


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