United World Project

Workshop

#OnePeopleOnePlanet 2021

di Lorena Locascio

Mancano otto giorni alla 51 esima edizione della Giornata mondiale della Terra. In Italia si sta lavorando alla grande maratona #OnePeopleOnePlanet che sarà trasmessa da Raiplay il 22 Aprile prossimo dalle 7.30 alle 20.30. Ne parliamo con Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia.

Pierluigi Sassi, ci puoi raccontare a grandi linee che cosa succederà quest’anno in questa seconda edizione online di #OnePeopleOnePlanet?

«L’anno scorso siamo stati sorpresi, come tutto il resto del mondo d’altra parte, dalla malattia del Covid: abbiamo dovuto interrompere le celebrazioni del cinquantesimo di Earth Day, quindi eravamo veramente sotto choc. Quando, a un certo punto, abbiamo visto Papa Francesco fare quel momento straordinario in una piazza San Pietro tragicamente vuota[1] in cui ha tirato fuori tutti i valori che noi da cinquant’anni stavamo portando avanti, abbiamo trovato la forza e il coraggio di fare una maratona multimediale, insieme alla Rai che ci ha dato grandissima fiducia. Poi è andata benissimo e quest’anno si sta profilando una seconda edizione che sembra parlare un po’ di un consolidamento di questo modello.

Noi speriamo vivamente di tornare all’evento fisico, perché le relazioni umane, la bellezza di un parco, dei  giochi, dello sport, ecc, sono impareggiabili; però riuscire a fare entrambe le cose vuol dire raggiungere anche milioni e milioni di persone. Quest’anno lo facciamo anche con questa forte convinzione e determinazione che se lo facciamo bene forse avremo un’arma in più domani per accelerare questi processi di sviluppo sostenibile.

Quindi cosa mettiamo tra gli ingredienti di questa miscela 2021? In primo luogo direi i giovani perché per la prima volta le Nazioni Unite chiamano i giovani a essere presenti alla prossima Conferenza per il clima[2]. Dovete pensare che siamo alla 26esima conferenza per il clima da quando nel 1992 ci fu a Rio de Janeiro il primo grande Summit dove si capì l’urgenza di fare qualcosa per la terra. Da allora i grandi della terra non hanno ottenuto praticamente nulla, i i dati sono sempre andati peggiorando, non abbiamo mantenuto le promesse; abbiamo fatto anche lo storico accordo a Parigi nel 2015 (che è il motivo per cui siamo nati anche come villaggio per la terra con l’esperienza di Villa Borghese[3]). Ma le emissioni di CO2 sono sempre aumentate, il riscaldamento globale è sempre aumentato.

Quindi, portare i giovani che hanno finalmente alzato la testa, hanno finalmente cominciato a dire la loro istanza, non solo di generazione che dovrà ereditare questo pianeta, ma anche di persone che possono fare il cambiamento perché sta sulla loro pelle, è un evento storico;  la COP giovani[4]è un evento storico e noi lavoreremo affinché i giovani se ne rendano conto e affinché i grandi comincino un po’ a tremare.

L’altro impegno riguarda il portare avanti con determinazione i 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, altro grande risultato del 2015, altra grande delusione delle Nazioni Unite che disattendono puntualmente il raggiungimento di questi obiettivi. E in questo senso, il diciassettesimo obiettivo, quello che parla di partnership, sottolinea come sia importante unirsi per trovare la forza e le energie necessarie per raggiungere gli altri 16 obiettivi. Abbiamo pensato che creare dei ponti verso il 2030, creare dei collegamenti internazionali che possano rappresentare nel nostro piccolo degli elementi di accelerazione; creeremo tanti punti con i cinque Continenti, raccontando storie meravigliose di persone che si impegnano in ogni angolo della Terra, ma l’importante è che si capisca che l’unione fa la forza. Se mettiamo insieme le forze c’è una foresta che cresce e che forse fa un po’ meno rumore dell’albero che cade ma è sicuramente quella che può fare la differenza.

Il terzo punto che portiamo avanti è quello dell’innovazione per lo sviluppo sostenibile, quella che viene chiamata innovability. Siamo convinti che l’economia debba cambiare dall’interno per smettere di essere predatoria e non possiamo più sperare che un manager che è abituato a guardare cosa succede nei titoli di borsa dopo aver preso una decisione o un’altra, cambi il suo modo di operare solo perché c’è un problema di sostenibilità. Io ci ho provato per tanti anni ma non avviene, semplicemente non avviene; l’innovazione invece è quel momento in cui l’imprenditore è davanti a un foglio bianco ed è pronto a descrivere non solo il suo modello di business ma anche le regole del gioco, ed è molto più sensibile qui al tema della sostenibilità; quindi l’innovazione è la grande sfida del futuro. Quindi dobbiamo essere tutti consapevoli che le nostre scelte verso l’innovazione disegnano il nostro futuro e devono disegnarlo nella direzione dello sviluppo sostenibile. Questi sono i tre grandi messaggi, poi naturalmente gli ingredienti saranno molti di più, perché 13 ore di diretta, vi assicuro, sono ricchissime di contenuti».

Quali sono le novità, le peculiarità di quest’anno rispetto all’anno scorso?

«Quest’anno abbiamo voluto inserire un modulo che si chiama VIP Very Important Planet, dove i vip non sono le persone che rincorriamo per farci dare l’autografo, ma è il pianeta che ha bisogno di essere aiutato da quelle persone. Quindi chiediamo a tanti personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura dell’arte, di aiutarci con dei messaggi di sensibilizzazione. Questo ci aiuterà a rendere molto più allegra la nostra maratona, perché se parliamo di cose importanti rischiamo di annoiare qualcuno; quindi tanta musica, tante cose divertenti, ma anche a mobilitare e a toccare le corde del cuore di chi ci ascolta, e quindi cercare di produrre un pochino più di cambiamento attraverso questo gioco.

Lo scorso anno, davanti al Colosseo, abbiamo realizzato quel magnifico momento in cui Zucchero Fornaciari ci ha regalato l’inedito italiano della canzone di Bono Vox per la pandemia; ci piacerebbe anche quest’anno realizzare una “chicca” (una cosa speciale) come quella. Stiamo lavorando su quello che si potrà realizzare in un posto bello, con un’atmosfera altrettanto bella, ma questi sono i segreti della maratona, non ce li puoi fare svelare prima del tempo…».

Siamo molto curiosi e aspettiamo anche noi il 22 Aprile per scoprirlo. Sappiamo che quest’anno si parlerà anche di #Daretocare, in una parte dedicata del programma; cosa puoi dirci su questo… senza svelare troppo?

«Intanto va detto che l’incontro con United World Project (UWP), e quindi l’incontro con una mobilitazione così importante, così diffusa a livello internazionale, è per noi un grande motivo di speranza. Perché vedere tanti giovani presenti in centinaia di Paesi che si impegnano per l’unità, che è uno dei nostri temi: #One PeopleOnePlanet la dice lunga sul fatto che è una questione di una sola famiglia umana, l’unità delle persone con un solo pianeta, quindi l’importanza di salvaguardare la nostra terra: aver trovato questa anima UWP sicuramente è stato un bellissimo momento.

Questa rete già lo scorso anno ha dato un sostegno in termini di comunicazione, è una rete che si è impegnata in maniera straordinaria in questa campagna #Daretocare sul tema del Covid, sul tema della solidarietà che ne scaturisce; noi vogliamo parlare di questi ponti a livello internazionale per il bene comune, dell’importanza di unirsi per raggiungere degli obiettivi comuni e per tutelare il bene comune. Rimettere al centro l’uomo e raccontare queste storie di coraggio e di orgoglio anche nel fare il bene, è stata un’esperienza molto bella. Io non vedo l’ora di vedere il prodotto finale che ne scaturirà ma insomma… già sento da tempo l’odore di qualcosa di molto bello».

Quali sono le prospettive per il futuro, soprattutto in merito alla sensibilizzazione sulle questioni ambientali in un momento in cui queste tematiche sembrano essere così urgente?

«Vorrei far presente a tutti che non abbiamo davanti centomila opportunità per invertire la rotta, ne abbiamo pochissime e questa è una decade, quella verso il 2030, che passerà alla storia nel bene o nel male: o ci ricorderanno come la generazione che ha perso l’ultima chance o ci ricorderanno come quelli che hanno salvato il pianeta riprendendolo per i capelli: queste sono le due chances che si giocano in un tempo breve, 10 anni di cui uno è già passato. Ragazzi guardatevi intorno e cogliete tutte le opportunità che abbiamo per fare la differenza, perché non saranno tantissime e probabilmente non saranno nemmeno così sufficienti.

Inoltre ci sono delle scelte che riguardano ognuno di noi che possono fare la differenza. Questa è una cosa che difficilmente entra nella cultura, nell’immaginario collettivo; quasi tutti danno la colpa a qualcun’altro:  “ma io posso fare?”, “Io non posso usare questa busta di plastica, ma che vuoi che succeda….” Non è proprio niente così: è vero che c’è un sistema economico perverso che fa la differenza, ma è pur vero che quel macro sistema economico dipende da noi. Faccio un esempio fra tutti: noi potremmo parlare di votare con il portafoglio, potremmo parlare di cambiare stili di vita, potremmo parlare di tantissime e bellissime storie in cui uno ha generato cambiamenti di molti, ma la verità è che ci sono settori dove questo è molto più evidente. Per esempio sul tema dell’innovazione siamo in un momento storico, nella quarta rivoluzione industriale la famosa “industria 4.0” in cui le innovazioni sono digitali quindi ci arrivano a una velocità tale e con una pressione tale che noi non siamo più nemmeno in grado di definire il nostro futuro.

In realtà l’innovazione definisce il nostro futuro: nel momento in cui abbiamo accettato Internet (Viva internet!) abbiamo accettato un cambio epocale. Chi l’ha deciso? Non l’ha deciso nessuno. È un processo che si è poi trasformato in mille processi sempre più veloci, senza avere il tempo per una riflessione; internet ci ha stravolto completamente la vita, oggi Zuckerberg di Facebook batte moneta, ci sono le banche che gli vanno dietro perché è lui a decidere le politiche finanziarie; sta cambiando il mondo e nessuno può fare più niente.

Pensiamo a essere consapevoli di tutto questo, quando capiamo che le nostre scelte hanno una ricaduta sul futuro e hanno grande ricaduta sul nostro stile di vita, è quello il momento che fa la differenza. Se noi arriveremo a essere sensibili su questo probabilmente il mondo potrà andare nella direzione giusta. Poi, che la natura riesploda, che la natura ci aiuti… Su questo sono molto confidente anche se oggettivamente l’irreversibilità dei cambiamenti climatici è sotto gli occhi di tutti: però è pure vero che c’è il detto “Aiutati che Dio ti aiuta”: se noi riusciamo a fare la differenza sono convinto che non ci mancherà l’aiuto per salvare il pianeta».

[1]Il riferimento è al momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia presieduto da Papa Francesco in Piazza San Pietro, il 27 Marzo 2020.

[2] Conferenza Internazionale sui cambiamenti climatici Cop26, Glasgow, UK, 9-20 Novembre 2021.

[3] Si riferisce all’esperienza nata dalla collaborazione tra Earth Day Italia e Movimento dei Focolari Italia, in partnership con altre associazioni, che ah portato alla realizzazione del “Villaggio della terra” a Villa Borghese, Roma, dal 2016 al 2019.

[4] Si riferisce a uno degli eventi preparatori della Cop26 dedicato ai giovani, che si terrà con il vertice Pre-COP, a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre 2021.


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