United World Project

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Pandemia d’amore: quando il dolore diventa occasione di relazione e spinta alla solidarietà

 
13 Luglio 2021   |   India, Inclusione sociale, Udisha & Reach Out
 

La pandemia in India e i progetti Udisha e Reach Out, promossi dalla comunità dei Focolari locale. Due esperienze che raccontano la condivisione della malattia e del dolore comune, ma anche tanta speranza, solidarietà e concretezza, al servizio dei più bisognosi.

Siamo in India, il secondo Paese più popoloso dell’Asia. È proprio qui che, nella seconda metà di Aprile 2021, ad un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19, si è verificata una seconda ondata davvero aggressiva. “Con una popolazione di 1,3 miliardi di persone, ci si aspettava un alto tasso di casi in India – ci scrivono dal posto – Per un anno intero, fino allo scorso aprile, il Paese è riuscito a frenare la diffusione attraverso varie misure, dal rigido lockdown al tracciamento di contatti e alle vaccinazioni di massa. Tuttavia, ora, la situazione sta peggiorando ogni giorno, mentre il virus muta in varie parti del Paese e il sistema sanitario pubblico lotta per tenere il passo con una domanda senza precedenti di medicine, ossigeno e ventilatori.”

A questo si sono aggiunti anche gli effetti che la pandemia ha avuto sull’economia e, di conseguenza, anche sui posti di lavoro: “Interi settori industriali hanno lasciato a casa senza nessun reddito famiglie che vivevano di turismo, trasporti, ristorazione e altri settori. Si calcola che da Aprile 2020 nel nostro Paese cento milioni di persone abbiano perso il lavoro e in India non c’è nessun sistema di assistenza sociale pubblico, come cassa integrazione, indennità di disoccupazione o altri tipi di supporto governativo.”

Davanti a tanto dolore, la comunità dei Focolari di Mumbai si è attivata sotto vari aspetti per cercare di dare un po’ di sollievo a coloro che stavano soffrendo.

Il primo tassello è stato il rapporto personale, l’amicizia, i piccoli gesti concreti che permettono di sostenersi a vicenda. Dalla condivisione di beni materiali all’offerta di supporto spirituale ed emotivo, tutti gli sforzi possono sembrare una goccia nel vasto oceano della tragedia del Covid-19. Eppure, le comunità locali hanno continuano a combattere con fede e fiducia reciproca. Lo leggiamo nell’esperienza che una famiglia risultata positiva ha condiviso con la comunità: “È passata esattamente una settimana da quando siamo risultati positivi al test. Stiamo prendendo un giorno alla volta e piano piano miglioriamo. Le vostre preghiere, i messaggi, gli auguri e il cibo che alcuni di voi ci procurano con tanto calore hanno continuato a darci forza e possiamo sentire la vicinanza ed il sostegno di ognuno di voi. Continuiamo ad essere grati per questi doni”.

Questo sostegno, però, non è rimasto confinato tra i membri della stessa comunità. Piuttosto, è sorto il desiderio fortissimo di unire le forze e spendersi insieme per la propria gente. È così che il progetto Udisha, promosso dal Movimento dei Focolari dell’India dal 1997, ha incrementato il supporto alle famiglie, “sostenute da donatori a livello nazionale e internazionale – ci raccontano – per mostrare vicinanza e offrire un aiuto economico a chi ha perso il lavoro o ha bisogno di fondi per le provviste quotidiane. Il progetto riesce a raggiungere circa 100 famiglie in alcune comunità a basso reddito di Mumbai, fornendo loro generi alimentari, medicine, tasse scolastiche, libri, affitto della casa, bollette elettriche, ecc.”

Inoltre, avendo l’obiettivo di salvare vite umane, sforzi ed energie sono stati rivolti anche all’assistenza sanitaria: “Quando è arrivata una richiesta urgente da uno degli ospedali della città di Mumbai, per dei concentratori di ossigeno per i loro 160 letti del reparto Covid, la comunità ha trovato subito degli sponsor per le macchine.”

Dal senso di impotenza alla condivisione di questo dolore comune che porta nuovi frutti, nuovi gesti di solidarietà tramite i quali, insieme, si ha il coraggio di prendersi cura di chi ha più bisogno.

E questo “prendersi cura” ha ispirato anche i giovani della comunità dei Focolari di Mumbai, che hanno visto in questa seconda ondata la possibilità di incarnare la campagna internazionale di United World Project: #DareToCare.

Lo hanno chiamato “Progetto Reach Out”, cioè “allungare la propria mano”, perché è esattamente questo che fanno: dare il proprio aiuto.

Una delle iniziative che stanno ancora portando avanti è quella di servire pasti cucinati in casa ai senza tetto, una volta a settimana. “Cuciniamo per circa 90 persone riso, lenticchie, alternando settimanalmente con uova, verdure, pollo – ci scrivono – Nel nostro gruppo c’è un cuoco professionista, insegnante presso un istituto alberghiero, e altri giovani che hanno esperienza nel cucinare per grandi numeri. Gli altri giovani aiutano a cucinare, a fare le pulizie e a distribuire i pasti preparati.”

A questo, si aggiungono una ventina di famiglie che sono in una situazione di assoluto bisogno di sostegno. A loro, i ragazzi garantiscono un pasto caldo al giorno, distribuendo, ogni mese: “5 chili di riso, 5 chili di farina, 2 litri di olio, 3 chili di lenticchie, 1 chilo di ceci e 1 chilo di zucchero.”

Non si tratta soltanto di beneficienza ma di costruire relazioni e momenti di condivisione attraverso l’aiuto concreto. “Abbiamo identificato gruppi di famiglie che abitano nella stessa località – raccontano – in modo da iniziare un rapporto che vada oltre la distribuzione del pasto caldo.”

Dalla relazione all’azione e dall’azione alla relazione, i progetti Udisha e Reach Out ci raccontano uno spaccato dell’India che in questo momento drammatico non è fatta solo di disperazione e senso di impotenza, ma anche di segni di speranza e soprattutto di desiderio concreto di rimboccarsi le maniche.

Non perdere nemmeno un’occasione per rendere più bello e solidale il proprio pezzetto di mondo: è questo che la comunità di Mumbai ci insegna. Dai più grandi ai più giovani ognuno è partito dal proprio piccolo, consapevoli che ogni gesto conta: procurare la spesa per una famiglia risultata positiva, fare una telefonata per fare sentire meno sola una persona in isolamento, o procurare dei concentratori di ossigeno per un ospedale.

Tutto è importante. Quando è fatto per amore.


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