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Razzismo, la protesta scuote gli Usa

Di Maddalena Maltese

La morte di George Floyd ad opera di un poliziotto ha scatenato rivolte in tutto il Paese mettendo a nudo una ferita non ancora sanata: la discriminazione razziale.

Il messaggio è arrivato in contemporanea sui cellulari allle 15.03. “Il coprifuoco entrerà in vigore a partire dalle 20 di oggi fino le 5 del mattino. Nessun movimento è consentito dalla 96ma strada in giù ad eccezione dei lavoratori indispensabili fino al 7 giugno”. Coprifuoco. Come in guerra. Ma qui non siamo in guerra siamo a New York, siamo nella capitale del mondo, il cuore della finanza, la città delle luci di Broadway che già il Covid ha spento da 115 giorni.

Poco prima un’altro sms minaccioso era giunto ad alcuni amici di Long Island, l’sola dell’alta borghesia newyorchese: “Questa è la notte.” Nulla di più, ma il messaggio è chiaro. Sarà l’ennesima notte di proteste, di saccheggi, di violenze che da una settimana tiene in scacco le principali città statunitensi in memoria di George Floyd, afroamericano, di Minneapolis arrestato con la presunta accusa di aver spacciato venti dollari falsi, morto sotto il ginocchio di un agente di polizia bianco che per 8’e 42’’ ha ignorato la sua flebile richiesta di aiuto: “Non posso respirare”…

 

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